Sulle montagne intorno al lago Vivo

Un anello nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a sfiorare grandi montagne.
Una delle escursioni più appaganti di questo versante, da Barrea fino al lago Vivo per il sentiero K4, uno scenario maestoso sulle più segrete cime del parco; la salita ad un paio di cime attorno al lago e a valle Cupella per non farsi mancare nulla ed avere punti di osservazione speciali. Rientro per il sentiero K3 con deviazione per la val Porcile e le sorgenti del Rio Torto. Appagante.


Appagante escursione lungo sentieri immersi in magnifici boschi per raggiungere ambienti in quota solitari e generosi di vasti panorami. Ci si avvia per un primo breve tratto del sentiero K6 dopo aver lasciato l’auto nello spazio adiacente al tornante che precede il Valico di Barrea e lo si lascia in corrispondenza dell’imbocco del sentiero K4 verso il Lago Vivo che purtroppo troviamo già quasi in secca; si prosegue sul sentiero principale fino alla caratteristica fontanina della Fonte degli Uccelli da cui si stacca una traccia appena accennata sulla destra che aggira sul limitare del bosco la conca del lago e poi si innalza (qualche vecchio segno a terra ed ometti) attraverso un varco nella macchia verso l’ampia sella che separa il Monte Iamiccio dalla Cima di Lago Vivo, elevazione senza nome sulla carta ma di recente notorietà in quanto compresa nell’elenco dei “1.900” degli Appennini. Superata la sella ci sia affaccia sulla Valle Cupella avendo di rimpetto la catena di cime che dal Monte Altare si susseguono fino alla mole del vicino Petroso che da questa prospettiva si mostra nella sua imponenza. Per la salita all Iamiccio non esiste un sentiero vero e proprio ma è comunque abbastanza intuitivo il percorso da seguire in direzione nord-ovest fino ad intercettare la linea della cresta; diversi ometti ed alcuni tratti di tracce evidenti su terreno sono comunque di ausilio per mantenere la direzione meno faticosa fino a portarsi sulla dorsale da cui si apre improvviso un notevole affaccio verso Forca Resuni e le sottostanti valli Risione e Iannanghera. Intercettata la cresta non rimane che un’ultima ripida salita per guadagnare l’ampia cima dello Iamiccio da cui si aprono vasti panorami in ogni direzione, anche se è il complesso del Monte Petroso la principale attrattiva da questo punto di osservazione privilegiato. Dopo una lunga e doverosa sosta osservativa si torna indietro sui propri passi per calarsi nella Valle Cupella che si risale per tutta la sua lunghezza fino a raggiungerne la testata il cui crinale separa dalla contigua Valle Lunga: da questo punto risulta chiara la linea di salita alla Cima di Lago Vivo, dapprima su terreno pressoché pianeggiante fino a portarsi alla base del prominente impianto sommitale che si supera con una ultima ripida salita, trovando liberamente la propria via tra le formazioni rocciose. Anche da questa elevazione si offrono alla vista panorami grandiosi, in particolare verso la Valle Lunga che culmina nel vasto circo glaciale del Monte Tartaro e in direzione della lunga cresta che collega quest’ultimo con il Monte Altere. Per andare a chiudere l’escursione si lascia la cima scendendo lungo il crinale in direzione ovest fino ad incrociare il sentiero K3 (un ometto al limitare del bosco è visibile già in discesa dalla Cima di Lago Vivo); si imbocca la traccia alla propria sinistra e ci si immerge subito nella faggeta accolti da alberi di grandi dimensioni, forse secolari. Il tracciato rimane sempre evidente e frequenti bandierine confermano la via; si supera la palina con le indicazioni per il K5 (breve sentiero di raccordo al K4 in direzione del Lago Vivo) e si prosegue con lunga e graduale discesa sempre immersi nella gradevole frescura del fitto bosco d’alto fusto. Giunti alla quota dei 1500 metri è possibile abbandonare il sentiero e compiere una deviazione per calarsi nel fosso della Valle Porcile (nome che in realtà non rende giustizia ad un bellissimo contesto ambientale) al fine di raggiungere la sorgente del Rio Torto; per questa digressione si scende a vista su terreno ripido verso il fondo del vallone sino a raggiungere il bordo del fosso che si costeggia fino ad entrare nell’alveo del corso d’acqua cosparso di bianchi massi levigati, anche questo però già asciutto. Sulla sinistra orografica un segnavia su un masso indica l’inizio di un sentiero evidente che, sempre al lato del fosso, conduce in breve alla fenditura da cui sgorga la sorgente del Rio Torto; si prosegue oltre mentre il corso d’acqua prende man mano più forza fino a raggiungere il ponticello punto di intersezione con il sentiero K3 che avevamo lasciato più a monte. Da questo punto prende il via una piacevole e defaticante camminata che dapprima costeggia lungamente le anse descritte dal torrente, sempre immersi nell’ombra del bosco, per poi uscire allo scoperto in direzione dalla statale che si raggiunge nei pressi del Valico di Barrea; qualche centinaio di metri di asfalto riportano al punto di partenza.